A cinque anni esatti dalla sua scomparsa, Alfred è sopravvissuto alla notte di caccia il 13 agosto 2015.
Titoli di coda su Bloodborne, gioco targato From Software, esclusiva e prima vera "killer application" per PS4 dall'uscita sul mercato della nuova console. Autore del gioco, quel genio di Hidetaka Miyazaki che con la saga dei "Souls" ha introdotto un nuovo genere di videogiochi, quello degli "action RPG ad alto tasso di difficoltà" denominati appunto "Souls-like". Per il sottoscritto questo gioco ha rappresentato molto più che una semplice sfida. Correva infatti l'anno 2009 quando regalai al Capitano una copia di Demon's Soul, il capostipite della saga, confidando nelle sue grandi capacità di gamer. Il gioco in questione era caratterizzato da un elevato coefficiente di difficoltà, dall'assenza di mappe, dall'assoluta mancanza di suggerimenti "in game". Insomma, uno schiaffo in faccia all'attuale generazione di videogamers, abituati a essere letteralmente "condotti per mano" dai programmatori.
Ebbene, il Capitano mi rivelò di aver interrotto il gioco giunto al primo boss in quanto lo riteneva troppo frustrante nonchè una sfida "non verso il gioco in sè ma verso il programmatore". Dopo tanti anni passati a completare giochi anche molto complessi era arrivato a un punto per cui il videogame doveva rappresentare un momento di divertimento e relax, non di frustrazione.
Dopo la sua dipartita mi ripromisi di cimentarmi in suo onore in un "Souls" e quale miglior occasione per il tributo al Capitano poteva esserci se non il completamento di Bloodborne? Vi dico solo che per evitare di interrompere il gioco prematuramente ho nominato il protagonista "Alfred", come il Capitano. Ero infatti molto scettico sulla riuscita dell'impresa. Tenete infatti presente che odio i giochi di ruolo (l'unico che ho completato con piacere è stato Ni No Kuni; Skyrim l'ho "terminato" in sole 18 ore saltando tutte le quest secondarie, una vera bestemmia per i fans della serie; The Legend of Zelda Twilight Princess l'ho interrotto per noia dopo 10 ore passate a girovagare nel villaggio iniziale - il Capitano ci aveva trascorso 350 ore!!). Insomma c'erano tutti i presupposti perché l'impresa non andasse a buon fine. Invece è andata fin troppo bene. Il gioco l'ho addirittura platinato in 4 lunghissimi e faticosi mesi ma ne è valsa la pena!
Ma partiamo con la recensione che avrà un taglio particolare cioè sarà più che altro un insieme di linee guida comportamentali per tutti quelli che come me hanno approcciato per la prima volta questo genere di giochi.
Da qui in poi utilizzerò dei termini che odio in quanto inglesi "italianizzati" ma di largo utilizzo presso la community dei role-game players e pertanto sicuramente efficaci in questo contesto.
Come già detto all'inizio, ricordate che Bloodborne è un gioco di ruolo, con prevalente componente action è vero ma pur sempre un gioco di ruolo. Questo significa che avremo necessità di "livellare" il personaggio (cioè farlo crescere di livello) in modo da affrontare avversari sempre più ostili. Per fare questo dovremo necessariamente "farmare" cioè ripetere alcune sessioni di gioco "n volte" (il numero varia a seconda della bravura del giocatore) per acquisire quella quantità di echi del sangue (l'equivalente delle anime dei precedenti Souls, in poche parole la moneta sonante per il livel up del personaggio) che verranno spese dal protagonista per i potenziamenti. Ciò non significa che con il progredire dell'avventura si diventi invincibili (anche verso la fine del gioco se si è accerchiati da nemici pur di basso livello, si soccombe con una certa facilità...) ma sicuramente il livellamento progressivo consente di affrontare la sfida con più possibilità di riuscita.
Bloodborne è un gioco difficile? Sicuramente non è gioco per neofiti o casual gamers ma se l'ha platinato il sottoscritto significa che è alla portata di tutti. Bisogna solo armarsi di tanta, tantissima pazienza. Allacciandomi al discorso precedente, sicuramente le prime ore di gioco saranno le più cruente (nel vero senso del termine!) in quanto si ha a disposizione un personaggio enormemente sottolivellato rispetto ai nemici che si affrontano e questo può sicuramente ingenerare frustrazione e scoramento. In caso di morte (evento assolutamente frequente ma, ricordate, mai inutile!) si perdono gli echi del sangue acquisiti e si ricomincia il livello daccapo (proprio così, come nei coin-up da bar degli anni '80 ma senza l'opzione "continue"! Pensate che alla stessa stregua i Souls non contemplano neanche l'opzione "pausa"...). Gli echi del sangue restano nel luogo del decesso sottoforma di pozza di sangue e possono essere recuperati se si riesce a raggiungerli senza morire una seconda volta altrimenti vanno perduti irrimediabilmente. Ma poco importa, almeno nelle fasi iniziali, tanto non si avrebbe la possibilità di spenderli per potenziare il protagonista finché non si dovesse riuscire a sbloccare il cosiddetto "automa" nel "sogno del cacciatore", l'hub centrale al quale si può accedere da ogni lanterna che si raggiunge nel gioco e che funziona in pratica da punto di salvataggio. Ebbene, l'automa si sblocca solo dopo aver raggiunto (attenzione raggiunto, non sconfitto) il primo boss del gioco (solitamente il Chierico Belva; scrivo solitamente in quanto questo boss è opzionale; prima di questo mostro ci si potrebbe infatti imbattere, percorrendo un percorso alternativo o semplicemente diverso, nel boss Padre Gascoigne ma poco importa...). La visione del primo boss sbloccherà l'automa e da lì in poi tutti gli echi del sangue guadagnati potranno finalmente essere utilizzati per potenziare il personaggio in forza, resistenza, vitalità, arcano e tinta del sangue (che sono le variabili upgradabili del personaggio) oppure per comprare armi o per potenziare quelle già in proprio possesso. Ma quanto tempo è necessario per arrivare al Chierico Belva? Tenente in conto una decina di ore (o almeno tanto ci ha messo il sottoscritto). Per cui vi suggerisco di resistere, riprovare, perseverare perché dopo quel boss vedrete finalmente la luce. E che luce!
La luce di Bloodborne si riassume nel concetto di "lore" cioè in breve la trama del gioco che è solo desunta dal giocatore in quanto non vi è alcuna spiegazione della stessa; manca in effetti la voce narrante e pure i dialoghi tra i personaggi sono ridotti all'osso (eufemisticamente parlando...). Questo fatto è assolutamente affascinante perché dà adito a molte interpretazioni possibili di una stessa vicenda. Tutto il mondo di gioco risulta così permeato da un'aura di misteriosa oscurità in cui spicca l'elemento sangue.
Argomento "frustrazione". Tranne le fasi iniziali (fino al famoso evento dicotomico "primo boss del gioco") in cui si recita davvero la parte di Davide contro Golia (per cui, ad esempio, si cercheranno stratagemmi vari per attirare i nemici singolarmente lanciando dei ciottoli che escluderanno gli stessi dal gruppetto in cui sono raccolti pena morte certa...) il gioco raramente ingenera vera frustrazione perché ogni volta che si soccombe ci si rende conto che è capitato per un preciso evento che si potrà così evitare al "giro" successivo. Esemplari in questo senso sono gli scontri con i boss, davvero fantastici e al cardiopalma! Gettarsi (anche nelle fasi avanzate di gioco, con personaggio potenziato all'estremo) tra le fauci del boss menando colpi random a destra e a manca produrrà difficilmente i risultati sperati. Bisognerà invece studiare i pattern d'attacco del nemico in modo da evitarne i fendenti micidiali e contrattaccare all'occorrenza (ma sempre senza lasciarsi prendere dalla foga...). Vi sorgerà spontanea una domanda: "Se muoio al boss di fine livello devo rifare tutto daccapo?" La risposta è "sì" ma sicuramente durante il percorso che porta al boss avrete sbloccato delle scorciatoie che vi condurranno in pochi passi allo stesso! Non posso descrivervi la soddisfazione che si prova dopo aver percorso un intero livello per poi ritrovarvi a sbloccare un cancello inizialmente chiuso dalla parte opposta che vi riconduce al punto di partenza. Spesso, a pochi passi di distanza da quel cancello ve ne sarà un altro che condurrà al boss per cui avrete tempo di salvare il gioco, rientrare nel "sogno del cacciatore", "farmare" in un'area che conoscete a menadito e livellare il personaggio nel "sogno del cacciatore" in modo da avere più chances di successo contro il boss di turno. A tale riguardo voglio riportare la gioia del sottoscritto dopo l'eliminazione del boss Belva Assetata di Sangue (a mio parere quello che più di tutti incarna il concetto di sangue, l'essenza del gioco), boss peraltro facoltativo (!) ma che dopo la morte "dropperà" (ennesimo termine anglofono, sic...) una chiave che darà l'accesso all'Officina della Cura all'interno della quale potrete forgiare la Spada Sacra di Ludwig, l'arma più "efficiente" del gioco. Va da sè che sarebbe stato un peccato tralasciare questi eventi del titolo che comunque contribuiscono alla profondità del suo "lore". Per uccidere questo boss avrò impiegato a dir poco una trentina di tentativi (è il secondo/terzo boss del gioco quindi lo si affronta con un basso livello generale di punti esperienza) ma non posso dire che mi abbia generato frustrazione perché ogni volta che l'avversario ha prevalso è stato per un errore del sottoscritto o per manifesta inferiorità (con conseguente necessità di livellamento, etc.).
Potrei trattenervi a lungo disquisendo delle numerose side-quest presenti e peraltro fondamentali ai fini dell'ottenimento dei 3 finali del gioco, dei cordoni ombelicali, della Clinica di Iosefka, della regina dei Vilesangue, del reperimento di un misterioso anello di di fidanzamento dal significato ancora oscuro, del significato dei punti intuizione, delle rune, delle pietre di sangue, dei labirinti del calice, della possibilità di indossare abiti reperibili durante il cammino in grado di conferire maggiore resistenza a fuoco, fulmine, veleno e follia, delle side quest di Eileen il Corvo, di Arianna, di Iosefka e di Alfred - ebbene sì, un NPG si chiama proprio come il Capitano!) ma mi fermo qui lasciando a voi il gusto della scoperta.
Adesso un breve cenno all'aspetto grafico e alle caratteristiche di gameplay del gioco. Per quanto riguarda il primo, al di là di alcune compenetrazioni poligonali (talvolta capita di essere colpiti da avversari oltre una parete o una porta; la cosa positiva è che la regola è valida anche all'inverso per cui ne ho approfittato senza pudore all'occorrenza...) la realizzazione grafica/acustica è davvero evocativa e ricca di dettagli come solo una mente geniale e distorta come quella di Miyazaki poteva concepire. La gotica e decadente città di Yharnam è infatti popolata da variegate creature oltre ogni possibilità di immaginazione! Per le vie della città il silenzio dell'oscurità è interrotto dai passi del protagonista sul selciato, dal gracchiare dei corvi, dallo sciacquettio di sinistre creature nelle fogne, dal rintocco delle campane, dallo stridore dei forconi dei nemici trascinati al suolo e dai versi di qualche creatura abominevole poco distante da voi! Ottima l'interazione del personaggio principale con gli elementi della scena (spesso dietro inutili barili accatastati si cela una via segreta per cui abbattete l'abbattibile sempre!). Per quanto riguarda i difetti più macroscopici vi segnalo quello che ormai è il marchio di fabbrica di From Software (ahimè!) e cioè l'effetto "rag doll" sugli avversari sconfitti (che vengono letteralmente trascinati come bambole dal protagonista) e l'infelice gestione della telecamera automatica che spesso fa perdere i punti di riferimento al giocatore costretto a compiere strane peripezie per ricollocarsi in favore della stessa... Devo dire che quest'ultimo problema si presenta solo negli scontri con boss particolarmente corpulenti. Per quanto riguarda l'aspetto puramente tecnico il tutto gira a una risoluzione di 1080p e a un frame-rate di 30 fps, ottimo se si considera che, tranne un paio di location, il mondo di gioco di Bloodborne è interamente interconnesso. Per quel che mi riguarda non ho mai notato rallentamenti tali da inficiare l'esperienza di gioco.
Per quanto riguarda invece il gameplay ci troviamo di fronte a quanto di più bilanciato si possa trovare in ambito videoludico. Pochi fronzoli e molta sostanza! Due tasti per l'attacco normale (con l'arma nel braccio destro e nel sinistro), uno per l'attacco caricato, uno per la schivata (il tasto "cerchio/schivata" alla fine risulterà il più importante del gioco. Il tempo di schivata farà la differenza, specie nello scontro coi boss, tra la vita e la morte!), uno per l'utilizzo degli accessori quali fiale vitali, antidoti, etc. (previa selezione nel relativo slot) e poco altro. Ma è la concatenazione degli stessi che fa la differenza. Un esempio: premere ripetutamente il tasto cerchio per evitare di essere colpiti determinerà un azzeramento della barra relativa alla resistenza che di conseguenza affievolirà le capacità difensive e vi esporrà ad attacchi letali del nemico/nemici di turno! Questo meccanismo suggerisce pertanto una tattica più attendista del tipo "schiva e colpisci". In questo modo, sempre che si sia sufficientemente equipaggiati, state certi che anche il più forte boss immaginabile cadrà sotto i vostri colpi (a tale riguardo si veda il video relativo al mio scontro con il boss "Custode degli Antichi Signori", il maledetto cane di fuoco che credo sia il vero scoglio al raggiungimento del platino in questo gioco https://youtu.be/pUyUaDo9AJo).
Tuttavia, tenete sempre presente che il protagonista di Bloodborne è un cacciatore perciò non siate troppo timorosi. Di tanto in tanto bisogna osare! Spesse volte ho portato a casa la pelle grazie ad alcuni contrattacchi che hanno stordito il nemico consentendomi di rigenerare la resistenza (le fughe continue spesso mi hanno condotto allo stesso esito degli attacchi ad oltranza... https://youtu.be/D-4PxUVFaHI). Ogni cacciatore che si rispetti possiede una pistola. Bene: usatela! Un colpo di pistola eseguito nel momento della carica del fendente avversario determina sull'avversario il cosiddetto "stunning": il nemico resta temporaneamente indifeso in ginocchio consentendo di effettuare, in una breve finestra temporale, un "colpo critico" estremamente potente! https://youtu.be/sba114y5jD0). Se invece amate i colpi alle spalle, in aree poco popolate di nemici altrimenti sareste facilmente riconosciuti, potrete avvicinarvi silenziosamente alle spalle del nemico e colpirlo con un colpo caricato ("backstab") uccidendolo, nella maggior parte dei casi, all'istante!
Con questo ho concluso e mi auguro che anche voi possiate sperimentare le stesse emozioni che ho provato io. Sono stato letteralmente rapito dal fascino di questo vero e proprio incubo tant'è vero che ho rimosso il blu-ray di Bloodborne dalla console fumante dopo 4 mesi di assoluto monopolio (tranne qualche breve rimpatriata a Destiny...). A mio modesto giudizio Bloodborne entra a pieno diritto nell'olimpo delle esclusive Sony di tutti i tempi, a fianco di Metal Gear Solid, ICO, Shadow Of The Colossus, God Of War e ai più recenti Uncharted e The Last Of Us.
... E "che il buon sangue vi mostri la via".
Voto 9.75
Il nostromo
Dedicato all'indimenticabile Capitano Alfredo Spini (1974-2010)