IL TALENTO NON SI COMPRA...
Titoli di coda su Darksiders III, ultimo ma non conclusivo capitolo (almeno così sembrerebbe dal finale del gioco) della saga videoludica dedicata ai Cavalieri dell’Apocalisse, ideato dagli ex Vigil Games (ora Gunfire Games), già autori dei precedenti due capitoli della serie.
Inizio subito col dire che dei tre capitoli quello che mi è piaciuto di più resta decisamente il primo, vuoi perché nel team ai tempi figurava un certo Joe Madureira, vuoi perché il personaggio di Guerra è sicuramente più affascinante di Furia (e Morte). C’è inoltre da sottolineare il basso budget di cui disponevano i Gunfire per questo prodotto per cui il livello grafico generale appare decisamente sottotono nonchè alquanto datato (mia figlia vedendomi giocare ha esclamato: “Skylanders??”. E tenete presente che non ho giocato ad alcun episodio di Skylanders su PS4...)
Tuttavia, questi ragazzi ci sanno davvero fare coi videogiochi per cui tappandosi accuratamente il naso per quanto riguarda il lato meramente grafico, per il resto ci troviamo di fronte a un titolo decisamente solido e vario nel gameplay. Come al solito è il level design a sorprendere, con tutta una serie di aree di gioco non accessibili inizialmente ma che potranno essere raggiunte in un secondo momento con l’acquisizione di particolari poteri o armi da parte di Furia, la protagonista (tra i vari poteri acquisiti vi segnalo che quello del magnetismo è davvero ben realizzato!) In effetti il punto di forza dei Vigil Games è sempre stato il non essere in grado di inventare nulla di nuovo ma di rielaborare ciò che già esisteva in ambito ludico in maniera intelligente. Ricordo che amai il primo Darksiders perché era un misto tra God Of War, Metroid e Zelda! Ecco, in questo episodio, i programmatori vi hanno messo pure una “spruzzata” dei “souls”! E in effetti, portare a termine la missione, non sarà assolutamente facile e bisognerà armarsi di santa pazienza per avere la meglio dei numerosi avversari che compariranno sullo schermo e che converrà affrontare uno per volta in perfetto stile “souls” (ovviamente piuttosto annacquato). La “schivata” la farà insomma da padrona, si era capito... Come dicevo, un fiore all’occhiello della produzione è il level design: in questo episodio, in maniera molto più accentuata rispetto agli altri due capitoli, avremo tutta una serie di passaggi segreti da sbloccare da inizio a fine livello con possibilità di salvataggio in corrispondenza del demone Vulgrim (ebbene sì c’è ancora lui, il famoso mercante di talismani!) che spesso sarà collocato proprio in prossimità del boss (uno dei 7 Peccati Capitali da eliminare) in perfetto stile souls-like. Gli scontri con gli stessi boss risultano divertenti, appaganti ma mai frustranti. Per quanto riguarda la trama c’è veramente poco da dire in quanto assolutamente superficiale. Non particolarmente entusiasmante la colonna sonora mentre un plauso va sicuramente agli effetti audio in game che consentono di calibrare perfettamente le schivate (ad esempio sincronizzandoci col sibilo di una sciabolata di un demone), di scoprire tesori in aree segrete o esseri umani che chiedono aiuto e spesso sono nascosti da macerie o altre barriere che non consentono la loro immediata visualizzazione. Nel mondo di gioco gli umani da salvare sono 20 ma mi sono fermato a 19... L’ultimo era proprio nascosto bene, accidenti!
In conclusione un gioco assolutamente onesto, firmato da un gruppo di programmatori talentuoso che mi auguro nel prossimo capitolo possa avere a disposizione un budget da tripla A. Se così fosse (e con un pizzico di originalità in più) i redivivi Gunfire potrebbero regalarci davvero un capolavoro!
Voto 8
Il nostromo