martedì 13 ottobre 2020

THE LAST OF US PART II, PS4


SANGUE E SPORE


Titoli di coda per The Last Of Us 2, come al solito, il canto del cigno di questa generazione di console come già lo era stato il primo capitolo per quella passata. Un gioco perfetto? Scopriamolo in questa breve recensione!

La cosa che più mi ha colpito di questo gioco e che gli ha fatto raggiungere il terzo gradino del podio per quanto riguarda i miei titoli preferiti dell’attuale generazione (a pari merito con God Of War), è la sceneggiatura. In un mondo messo sottosopra da un’infezione in grado di trasformare gli esseri umani in zombie, un uomo (Joel) decide di salvare una ragazzina (Ellie) da una sperimentazione per la realizzazione di un vaccino che si stava testando sul suo corpo, incredibilmente resistente al contagio ma che probabilmente ne avrebbe decretato il decesso. Tutta la trama si svolge sulla difficile scelta della protagonista Ellie tra il perdono nei confronti dell’anziano amico Joel (“mi hai salvato ma avrei dovuto morire per salvare l’umanità!”) e la vendetta nei confronti dell’assassina dello stesso, di nome Abby (che poi sarebbe la figlia del medico che stava compiendo l’esperimento sul corpo di Ellie e che è stato ucciso da Joel). Particolarmente cruenta la scena dell’uccisione di Joel ad opera di Abby anche perché avviene nelle prime fasi di gioco, inaspettatamente e a discapito del protagonista del primo capitolo! Insomma, una scena abbastanza destabilizzante.
 
Già da queste premesse si intuisce come la cattiveria umana sia superiore a quella degli infetti che se non altro, senza alcun raziocinio o secondi fini, si comportano sempre nella stessa maniera... A tale riguardo muovo un appunto alla famigerata I.A. di questo titolo, in realtà meno brillante di quella del primo, a sua volta seconda sola a quella di Killzone 3, irraggiungibile! Insomma come ho già anticipato, saranno più cruente le scene che vedranno coinvolti gli umani (ci ritroveremo nel bel mezzo di una vera e propria guerriglia urbana tra due fazioni avverse, i Lupi e i Serafiti o Iene, per il controllo della città di Seattle) rispetto a quelle che coinvolgeranno gli infetti, i quali sono rappresentati dai soliti Clicker, dai Runner e dai nuovi arrivati Stalker e Shambler, questi ultimi dei veri e propri miniboss! Il senso di ribrezzo che emanano queste oscenità, soprattutto quando si viene afferrati, è indescrivibile. Si viene quindi trasportati in un mondo angosciante, claustrofobico, spaventoso, buio dove la forza bruta e il cinismo saranno protagonisti. E’ un gioco “crudo” nel vero senso del termine e le amputazioni si sprecheranno, non scherzo. Vi dico solo che il paragone che mi è venuto spesso in mente è stato con il film “Gangs Of New York” di Martin Scorsese! Gli unici sprazzi di sentimentalismo sono quelli tra Joel e Ellie (sempre vivo il ricordo del “padre adottivo” nel cuore della protagonista), tra Abby e Tommy (un affiliato dei Lupi che è innamorato di Abbie, la co-protagonista) e tra Ellie e Dina (che incarnano una delle poche relazioni omosessuali della storia dei videogiochi!). Ma a parte questi momenti di romanticismo, a farla da padrone saranno gli scontri contro Lupi e Serafiti (Ellie sarà dotata di un vasto arsenale di armi) e i combattimenti molto più “stealth” contro gli infetti. Non sarà insomma l’amore il leitmotive del gioco ma il sentimento di vendetta, una vendetta bagnata dal sangue. E sarà il perdono, la luce che aprirà uno squarcio nelle tenebre, a riportare alla fine un po’ di umanità in questo mondo mostruoso e degenerato. Amerete la protagonista Ellie, la odierete (per la prima volta in un gioco ho desiderato, a tratti, il decesso del protagonista che in una scena del gioco sembrerà una vera e propria strega!) e la adorerete ancora alla fine. Lo stesso dicasi per Abby anche se il suo percorso emotivo sarà molto più lineare. 
 
Per quanto riguarda l’aspetto tecnico siamo ovviamente al top di categoria con livelli di dettaglio incredibili. La longevità è sicuramente uno degli aspetti migliori del gioco. Per concludere l’intera avventura raccogliendo il 38% dei trofei ho impiegato ben 35 ore e stiamo parlando di un gioco denso di contenuti, senza diluizione di trama o necessità di backtracking, per cui tanta roba assolutamente! A mio giudizio si ha tuttavia ancora una volta la sensazione di trovarsi all’interno di un percorso obbligato, nonostante la vastità e la ramificazione degli ambienti di gioco sia in senso orizzontale che verticale. Insomma, a me dispiace dirlo, ma continuo a vedere nei giochi Naughty Dogs la continua riproduzione di un Crash Bandicoot iperpompato! 
 
 
Voto 9.25
Il nostromo