KRATOS, SEI TU??
Titoli di coda su God of War, l’ultimo capitolo della serie dedicata al “Fantasma di Sparta” che ha preso una direzione totalmente nuova (da cui il titolo God Of War e non God Of War IV, come avrebbe dovuto essere) passando da essere un hack’n’ slash in 2D a un gioco in terza persona con visuale ravvicinata (dalle spalle), per intenderci in perfetto stile The Last of Us. Molto gradito il ritorno in cabina di regia di Kory Barlog, il direttore artistico dei primi due episodi della saga!
Ci troveremo davanti a un Kratos molto più maturo che ha messo da parte le proprie velleità divine per vivere una vita tranquilla nelle terre delle divinità norrene, dedicandosi alla caccia e alla cura del proprio figlio, Atreus. Purtroppo però, nel viaggio che lo condurrà sulla sommità del monte più alto dei Nove Regni per spargere le ceneri della consorte Faye (in realtà la seconda moglie: la prima la uccise erroneamente assieme alla figlia Calliope durante un attacco a un tempio inviolabile dedicato ad Atena...), una guerriera che successivamente si rivelerà essere anch’essa una divinità, si troverà a dover fare i conti col proprio passato divino e in buona sostanza dovrà riappropriarsi dei propri poteri (nonché delle leggendarie Lame del Caos - vedi trofeo “Chi Si Rivede” a dir poco emozionante all’atto del conseguimento!) per poter fronteggiare chiunque si opponesse a questo obiettivo. Durante il percorso sarà fondamentale l’apporto del figlioletto Atreus che da imberbe cacciatore di cervi diventerà il più affidabile e valido compagno di avventura di Kratos.
Il primo commento che mi sento di fare relativamente al gioco è che all’inizio non vi sembrerà di giocare a God Of War. Per i fans della saga trovarsi di fronte Kratos con la barba incolta, lento e impacciato nei movimenti e alle prese con attività da puericultore, vi darà sicuramente brutte sensazioni…
Vi inoltro a riguardo alcuni SMS inviati a compagni videoludici durante le prime ore di gioco:
“Finito il capitolo introduttivo di GOW. Ebbene: non è GOW! E’ un altro gioco. Poi, che il gioco sia fantastico dal punto di vista grafico, narrato in maniera superba (ebbene sì: ci sono dialoghi anche intimistici e la personalità dei protagonisti viene approfondita in maniera più che convincente), gli scontri continuano a essere cruenti ma con quel “patinato” da next gen che in qualche modo hanno progressivamente “ammorbidito” per così dire Kratos (il primo GOW era crudo, sanguigno; già il secondo episodio, con le lame del caos dorate mi dava un senso di “imborghesimento”!) Ci troviamo di fronte a un incrocio tra Uncharted e The Last Of Us. Insomma, i Naughty Dogs hanno influenzato pure i Santa Monica... A questo punto, chapeau per i Guerrilla che, almeno, hanno cambiato totalmente direzione con Horizon! Per questo non capisco tutti questi giudizi positivi. Però, essendo alla prima ora di gioco, può darsi che proprio i legami contenutistici con la vecchia serie facciano la differenza. Al momento vedo solo un gioco tecnicamente spettacolare. Spero di ricredermi perché il Fantasma di Sparta, in fondo, non mi ha mai deluso, neanche su portatile.”
E ancora:
“Diciamo che la cosa che mi ha deluso è che GOW aveva il suo marchio di fabbrica. Adesso non ce l’ha più, un po’ come il nuovo Tomb Raider. Detto questo non vedo l’ora di rigiocarci perché è fighissimo ma un fan della serie come me (giocati tutti i capitoli dal primo all’ultimo compresi i 2 su PSP) può restare un po’ con l’amaro in bocca all’inizio.”
Ma di lì a poco le cose magicamente cambiano:
“Seconda volta che gioco a GOW da quando l’ho preso... Una volta che hai metabolizzato il fatto che è virtualmente un altro gioco, devo ammettere che è fantastico! Il sistema di combattimento è mutuato dai Souls, la componente ruolistica è molto presente, gli scontri coi nemici sono divertenti e appaganti, è pieno zeppo di aree segrete, di enigmi e tesori. Provi la sensazione, che solo i grandi giochi sanno dare, di volerlo gustare pian piano (pure troppo...). Cancellate il paragone con Uncharted. Direi che al momento è un mix tra The Last of Us, i Souls e quel gran gioco che è stato il primo Darksiders per la componente di backtracking e la corposità degli avversari.”
Insomma, superato lo shock iniziale il gioco si aprirà e svelerà tutta la propria profondità sia in termini di scontri con i nemici comuni e con i boss, cruenti come in passato (rivedremo anche i fidati Quick Time Event, non dubitate), sia in termini di perlustrazione e backtracking (alcune aree non accessibili inizialmente lo diverranno successivamente all’acquisizione di alcuni particolari poteri) sia in termini di storyline (apprezzerete finalmente la presenza dei dialoghi!).
Per cui, gustatevi il gioco in tutta calma ma nel contempo cercate di potenziarvi al massimo se volete affrontare le sfide più difficili e appaganti proposte dal gioco e cioè gli scontri con le Valkyrie. In particolare, se volete sconfiggere la regina Sigrun, davvero ostica, dovrete acquisire particolari armature e potenziare al massimo le armi in uso (il Leviatano e le Lame del Caos) superando le impegnative sfide nei Regni della Nebbia (Nilfheim) e del Fuoco (Musphelleim). Questo gioco a livello medio di difficoltà, garantirà un tasso di sfida assolutamente soddisfacente e ben bilanciato (direi che solo Sigrun è effettivamente un gradino sopra gli altri avversari per difficoltà e sarà davvero difficile sfilarle l’elmetto dal capo!).
Dal punto di vista tecnico siamo probabilmente di fronte alla miglior grafica mai apparsa su console PlayStation. Sia gli sfondi che i nemici regalano un colpo d’occhio davvero fenomenale per non parlare del protagonista che sembra schizzare fuori dallo schermo per la qualità della definizione. E chi come me ha vissuto la generazione di console a 8 bit può davvero apprezzare a fondo questo genere di produzioni artistiche!
Insomma, un rientro in grande stile per Kratos, l’ennesima fantastica esclusiva Sony in questa generazione e soprattutto un nuovo folgorante inizio per la serie.
Voto 9.5
Il nostromo