sabato 5 marzo 2022

BLOODBORNE, PS4

 


LA PRIMA VOLTA NON SI SCORDA MAI...


Ospitiamo sul blog mio fratello Mauro (nome d’arte videoludico “Malachìa”) che si è cimentato per la prima volta in un “Souls”, ovverosia Bloodborne, la prima vera killer-application di PS4, console ormai a fine ciclo (anche se in realtà, al momento, di vere esclusive per PS5 non ce ne sono) ma che come vedete può attrarre ancora giocatori cross-gen (ieri in un negozio di videogiochi ho assistito in diretta all’acquisto di una PS4 nuova di zecca!). Ovviamente è stato un bagno di sangue…

 


Titoli di coda su Bloodborne (24/06/2021 - 19/02/2022; 112 ore in totale, DLC incluso,

tutti i boss sconfitti a parte quello stronzo di Laurence il primo Vicario; completato al 74%).


Ho sempre avuto un grosso timore reverenziale per i giochi Fromsoftware e ci ho messo un po’ per entrare nel mood di Bloodborne (l’ho installato e disinstallato più volte, scoraggiato dai primi minuti in cui la scritta You Die appare implacabile e ripetutamente ad ogni minimo errore).


Eppure a poco a poco è un gioco che mi ha conquistato e che si è rivelato essere assieme a The Witcher 3 il più bello a cui ho giocato su PS4 e uno a cui ho dedicato molto tempo. E non parlo solo di tempo di gioco! La storia di Bloodborne, che parte come un racconto gotico di lupi mannari per diventare con un incredibile colpo di scena a metà gioco un horror cosmico di stampo Lovecraftiano, raccontata in modo criptico attraverso le descrizioni degli oggetti di gioco e pochi dialoghi e cut scene enigmatiche, mi ha preso così tanto che ho speso non poco tempo su podcast e guide per scoprirne interpretazioni e segreti.


Insomma Bloodborne è diventato presto un’ossessione e giustifica tutto l’hype per i giochi Fromsoftware: per me c’è un prima e un dopo Bloodborne e non vedo l’ora di cominciare Dark Souls o mettere le mani su Elder Ring. Certo il gioco è difficile ma è anche corretto: raramente mi son sentito messo di fronte a sfide impossibili e raramente ho provato in altri giochi la soddisfazione che si prova qui nello sconfiggere un boss a prima vista invincibile o nel trovare la scorciatoia che rende un intero livello una passeggiata. E l’atmosfera e la tensione provate per l’intero gioco sono uniche.


Due note: il modo di raccontare la storia è unico ed è parte integrante dell’atmosfera di gioco. Certo qualche indizio o un po’ di linearità in più non avrebbe guastato (complimenti a chi per primo ha capito senza guide o soluzioni quel che bisogna fare per arrivare al terzo finale!). Magari gli NPC chiave per qualche quest facciamoli invulnerabili… Ho saltato due quest importanti perché ho ucciso due NPC sul colpo senza nessun indizio che mi dicesse che ci dovevo parlare invece che farli fuori subito!


Malachìa

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