LARA O NATHAN?
Titoli di coda per Rise of Tomb Raider, il secondo episodio dopo la svolta "action/cinematografica" del titolo avvenuta nel 2013 quando si è deciso di raccontare le fasi iniziali dell'ascesa dell'eroina Crystal Dynamics con un taglio registico che strizza l’occhio a Uncharted.
Un aspetto sicuramente migliorato rispetto al precedente capitolo è il netto aumento di puzzle ambientali che trovano la massima espressione nella realizzazione di 9 "tombe della sfida" (che ricordano le fantastiche Tombe degli Assassini di Assassin's Creed 2) nelle quali dovremo sbloccare dei meccanismi che determineranno l'apertura di una teca contenente un libro di testo sacro che ci consentirà di potenziare armamenti e attrezzature. La loro risoluzione è facoltativa rispetto alla trama del gioco ma consiglio di affrontarle in quanto divertenti e assolutamente appaganti.
Tornando alla protagonista, stona un po' l'efferatezza con cui esegue certe esecuzioni e il continuo piagnucolare quando corre affannosamente o, banalmente, inciampa su un percorso accidentato... Speriamo che nel prossimo episodio raggiunga la maturità e la smetta finalmente di frignare!
La trama è sicuramente interessante anche se un po' di ironia in più (alla Uncharted per intenderci) non avrebbe guastato. Ottima la longevità anche perché nella versione PS4, uscita a un anno circa di distanza dalla controparte XOne (“esclusiva temporanea”), sono contenuti tutti i DLC della versione Microsoft! Per quanto riguarda l'aspetto grafico bisogna sottolineare che questo è il primo gioco in cui è stato possibile settare le impostazioni grafiche specifiche per i possessori di PS4 Pro. Personalmente ho giocato con la configurazione 4k con ottima resa grafica (anche se comunque inferiore rispetto a Uncharted a 1080p) perdendo tuttavia qualcosa in fluidità. Niente che comunque vada a inficiare l'esperienza di gioco. La difficoltà del gioco è mediamente bassa e l'I.A. dei nemici non grida al miracolo. Inoltre avrei gradito, vista l'ampia possibilità di raccogliere materiali vari con cui creare armi "artigianali" (ad esempio è possibile trasformare la radiolina di un nemico in una mina di prossimità) o attrezzature varie (sacche per le munizioni, per il petrolio, etc) che queste pesassero maggiormente sul gameplay. In realtà ad esempio le munizioni sono sparse in così gran numero sul terreno che avere una sacca piccola piuttosto che molto capiente non fa molta differenza ai fini della sopravvivenza (probabilmente in modalità “Survivor” queste risorse avrebbero un peso diverso). Personalmente ho giocato a livello “Seasoned Raider” senza particolari frustrazioni. Il finale lascia chiaramente intendere che ci sarà un seguito…
Nel complesso, ci troviamo di fronte a un ottimo gioco, sicuramente migliore del precedente capitolo ma che non raggiunge la profondità e l’immersività della ormai datata ma indimenticabile prima serie.
Voto 8.5
Il nostromo
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