domenica 28 ottobre 2018

GOD OF WAR, PS4


KRATOS, SEI TU??


Titoli di coda su God of War, l’ultimo capitolo della serie dedicata al “Fantasma di Sparta” che ha preso una direzione totalmente nuova (da cui il titolo God Of War e non God Of War IV, come avrebbe dovuto essere) passando da essere un hack’n’ slash in 2D a un gioco in terza persona con visuale ravvicinata (dalle spalle), per intenderci in perfetto stile The Last of Us. Molto gradito il ritorno in cabina di regia di Kory Barlog, il direttore artistico dei primi due episodi della saga!

Ci troveremo davanti a un Kratos molto più maturo che ha messo da parte le proprie velleità divine per vivere una vita tranquilla nelle terre delle divinità norrene, dedicandosi alla caccia e alla cura del proprio figlio, Atreus. Purtroppo però, nel viaggio che lo condurrà sulla sommità del monte più alto dei Nove Regni per spargere le ceneri della consorte Faye (in realtà la seconda moglie: la prima la uccise erroneamente assieme alla figlia Calliope durante un attacco a un tempio inviolabile dedicato ad Atena...), una guerriera che successivamente si rivelerà essere anch’essa una divinità, si troverà a dover fare i conti col proprio passato divino e in buona sostanza dovrà riappropriarsi dei propri poteri (nonché delle leggendarie Lame del Caos - vedi trofeo “Chi Si Rivede” a dir poco emozionante all’atto del conseguimento!) per poter fronteggiare chiunque si opponesse a questo obiettivo. Durante il percorso sarà fondamentale l’apporto del figlioletto Atreus che da imberbe cacciatore di cervi diventerà il più affidabile e valido compagno di avventura di Kratos.

Il primo commento che mi sento di fare relativamente al gioco è che all’inizio non vi sembrerà di giocare a God Of War. Per i fans della saga trovarsi di fronte Kratos con la barba incolta, lento e impacciato nei movimenti e alle prese con attività da puericultore, vi darà sicuramente brutte sensazioni…
Vi inoltro a riguardo alcuni SMS inviati a compagni videoludici durante le prime ore di gioco:
Finito il capitolo introduttivo di GOW. Ebbene: non è GOW! E’ un altro gioco.  Poi, che il gioco sia fantastico dal punto di vista grafico, narrato in maniera superba (ebbene sì: ci sono dialoghi anche intimistici e la personalità dei protagonisti viene approfondita in maniera più che convincente), gli scontri continuano a essere cruenti ma con quel “patinato” da next gen che in qualche modo hanno progressivamente “ammorbidito” per così dire Kratos (il primo GOW era crudo, sanguigno; già il secondo episodio, con le lame del caos dorate mi dava un senso di “imborghesimento”!) Ci troviamo di fronte a un incrocio tra Uncharted e The Last Of Us. Insomma, i  Naughty Dogs hanno influenzato pure i Santa Monica... A questo punto, chapeau per i Guerrilla che, almeno, hanno cambiato totalmente direzione con Horizon! Per questo non capisco tutti questi giudizi positivi. Però, essendo alla prima ora di gioco, può darsi che proprio i legami contenutistici con la vecchia serie facciano la differenza. Al momento vedo solo un gioco tecnicamente spettacolare. Spero di ricredermi perché il Fantasma di Sparta, in fondo, non mi ha mai deluso, neanche su portatile.”

E ancora:
“Diciamo che la cosa che mi ha deluso è che GOW aveva il suo marchio di fabbrica. Adesso non ce l’ha più, un po’ come il nuovo Tomb Raider. Detto questo non vedo l’ora di rigiocarci perché è fighissimo ma un fan della serie come me (giocati tutti i capitoli dal primo all’ultimo compresi i 2 su PSP) può restare un po’ con l’amaro in bocca all’inizio.”

Ma di lì a poco le cose magicamente cambiano:
“Seconda volta che gioco a GOW da quando l’ho preso... Una volta che hai metabolizzato il fatto che è virtualmente un altro gioco, devo ammettere che è fantastico! Il sistema di combattimento è mutuato dai Souls, la componente ruolistica è molto presente, gli scontri coi nemici sono divertenti e appaganti, è pieno zeppo di aree segrete, di enigmi e tesori. Provi la sensazione, che solo i grandi giochi sanno dare, di volerlo gustare pian piano (pure troppo...). Cancellate il paragone con Uncharted. Direi che al momento è un mix tra The Last of Us, i Souls e quel gran gioco che è stato il primo Darksiders per la componente di backtracking e la corposità degli avversari.”

Insomma, superato lo shock iniziale il gioco si aprirà e svelerà tutta la propria profondità sia in termini di scontri con i nemici comuni e con i boss, cruenti come in passato (rivedremo anche i fidati Quick Time Event, non dubitate), sia in termini di perlustrazione e backtracking (alcune aree non accessibili inizialmente lo diverranno successivamente all’acquisizione di alcuni particolari poteri) sia in termini di storyline (apprezzerete finalmente  la presenza dei dialoghi!).

Per cui, gustatevi il gioco in tutta calma ma nel contempo cercate di potenziarvi al massimo se volete affrontare le sfide più difficili e appaganti proposte dal gioco e cioè gli scontri con le Valkyrie. In particolare, se volete sconfiggere la regina Sigrun, davvero ostica, dovrete acquisire particolari armature e potenziare al massimo le armi in uso (il Leviatano e le Lame del Caos) superando le impegnative sfide nei Regni della Nebbia (Nilfheim) e del Fuoco (Musphelleim). Questo gioco a livello medio di difficoltà, garantirà un tasso di sfida assolutamente soddisfacente e ben bilanciato (direi che solo Sigrun è effettivamente un gradino sopra gli altri avversari per difficoltà e sarà davvero difficile sfilarle l’elmetto dal capo!).

Dal punto di vista tecnico siamo probabilmente di fronte alla miglior grafica mai apparsa su console PlayStation. Sia  gli sfondi che i nemici regalano un colpo d’occhio davvero fenomenale per non parlare del protagonista che sembra schizzare fuori dallo schermo per la qualità della definizione. E chi come me ha vissuto la generazione di console a 8 bit può davvero apprezzare a fondo questo genere di produzioni artistiche!

Insomma, un rientro in grande stile per Kratos, l’ennesima fantastica esclusiva Sony in questa generazione e soprattutto un nuovo folgorante inizio per la serie. 


Voto 9.5
Il nostromo

SPIDERMAN, PS4



YYYUUUUPPPIIIEEEEHHHH...


Titoli di coda su Spiderman, il miglior spin off finora realizzato con protagonista il supereroe Marvel! 

Gioco che fa sicuramente del divertimento e della frenesia i propri punti di forza. Ma non solo. Grafica spettacolare (librarsi tra i grattacieli di New York con le ragnatele non è mai stato così verosimile!), colonna sonora epica, personaggi ben caratterizzati. Il gameplay ti induce a velocizzare al massimo le combo e a sfruttare tutte le interazioni possibili con l’ambiente per avere la meglio contro i nemici che sono piuttosto diversificati anche se alla fine con pattern d’attacco un po’ ripetitivi. Stesso discorso per gli scontri coi boss, che in pratica si riducono a una ripetizione di cicli di combattimento/difesa sempre uguali... Le missioni secondarie sono anch’esse piuttosto ripetitive ma il divertimento è assicurato dalla dinamicità e eccentricità del supereroe più scanzonato dell’universo per cui mi sono ritrovato senza accorgermene a completare tutte le quest conquistando il platino al temine esatto della missione principale. 

La tipologia del combattimento, che è il vero fulcro del gioco, prende spunto dal “free flow” del Batman di Rocksteady, ampliandolo a dismisura grazie a una maggiore interazione con gli oggetti dello sfondo. Notevoli le fasi stealth in cui Spiderman si nasconde a mo’ di uomo pipistrello sui gargoyles. Purtoppo ho trovato l’intelligenza artificiale di questo gioco decisamente bassa per cui alla lunga, raggiunti livelli di potenziamento superiori al 40, sarà davvero difficile trovare qualcuno che vi darà del filo da torcere. Del resto, che supereroi saremmo? 

Finale interessante, quasi strappalacrime, con apertura a un seguito che trovo insolito (ma non conosco bene l’universo Spiderman per cui il nuovo supereoe che viene introdotto non so se esista davvero). 

In conclusione i ragazzi di Insomniac, dopo la parentesi alla concorrenza con lo spassosissimo Sunset Overdrive, tornano alla casa madre con quello che si può definire tranquillamente un gioiellino anche se non proprio un capolavoro! 


Voto 9 
Il nostromo

sabato 19 maggio 2018

BAYONETTA 2, Nintendo Switch



CHE GRAN C...


Titoli di coda mentre Cereza balla la lap dance per Bayonetta 2, versione Switch!

Fantastico gioco, forse anche superiore al primo capitolo, se non fosse che lo riprende in tutto e per tutto amplificando al massimo il gameplay e moltiplicando esponenzialmente i boss. Uno dei giochi più adrenalinici e divertenti a cui abbia mai giocato. Il primo era riuscito anche a commuovermi, questo solo a tratti nel finale.

La relativa potenza della console Nintendo non consente chiaramente la sfarzosità grafica che questo gioco meriterebbe ma la velocità del gameplay la fa ancora una volta da padrone e, tranne qualche incertezza, il gioco fila liscio con un frame rate stabile. Davvero un’altra perla videoludica di quel genio di Ideki Kamiya! 

ll finale fa da prologo al prossimo terzo capitolo che, ahimè , vedremo ancora una volta solo su Nintendo. Un gioco fresco, spumeggiante con la protagonista che sprizza personalità e sensualità da tutti i pori. In certi momenti per la frenesia degli eventi mi faceva male la mano e, con una protagonista del genere, ci sarebbe da pensar male...

Grande Bayonetta e alla prossima! 

Voto 9.5
Il nostromo

DARK SOULS 3, PS4






TRIBUTO AL MESSIA!



Inviatiamo sul blog il grandissimo Ciro Vella che d’ora in poi chiameremo “il Messia” per la bravura in ambito videoludico (59 platini conquistati in carriera!) che si è cimentato con l’ultima opera del maestro Miyazaki, Dark Souls 3. Questo è l’SMS inviato appena completato il gioco. Buona lettura e un ringraziamento di cuore per aver voluto condividere con noi la sua esperienza!


Finito Dark Souls 3!
Che dire… E’ stata la solita esperienza che ha mischiato frustrazione ed esaltazione: 60 ore a mettere duramente alla prova le capacità del giocatore, anche mentalmente. Ci sono state 100 volte in cui ho pensato “lo restituisco a Luca” seguite da 101 volte in cui ho pensato di riprovarci. La serie dei Souls è così ed è nella storia dei videogiochi ormai per questo. Una volta concluso il senso di appagamento è unico. 

Il miglior metodo per giudicarlo, essendo parte di una saga, è il confronto: di questo capitolo rispetto agli altri mi è piaciuto tantissimo il lore, finalmente meno complesso e più esplicativo rispetto agli altri e di conseguenza nasce questa sensazione di brama nel diventare il vero Signore dei Tizzoni che ti accompagna quasi dall’inizio aumentando continuamente l’ambizione di sconfiggere tutti i boss (anche quelli opzionali) per non lasciare le cose a metà.

Bellissime le ambientazioni. Inizialmente preferivo Bloodborne sotto questo punto di vista, ben più cupo e “sporco/malato”; in realtà andando a ripescare luoghi epici della cultura medievale reinterpretati in stile Souls devo dire che preferisco questo capitolo. La sensazione di claustrofobia data da Demon Souls (che ha platinato n.d.r.) però non è ancora stata raggiunta! OST capolavoro, alcune tracce gasano tantissimo. Sistema di combattimento: è il fulcro del gioco, è una riconferma, è esattamente cosa dev’essere un gioco. Non si da mai nulla per scontato, ogni boss ha una sua strategia, devi essere in grado di schivare e di parare, devi livellare, devi stare attento anche al mostro più stupido. Peccato per qualche difetto di telecamera e il frame rate che a volte peggioravano la qualità del gioco.

In definitiva gli do un bel 9! E’ probabilmente il miglior gioco che ho giocato della saga. Mi mancano Dark Souls 1 e 2 ma prenderò una pausa con un più rilassante Super Mario e poi Zelda! 

Il Messia

ASSASSIN’S CREED ORIGINS, PS4


UNA VENTATA DI FRESCHEZZA AFRICANA...


Titoli di coda per Assassin’s Creed Origins. Davvero un gran gioco tant’è che al momento "siamo" (mio figlio mi ha dato una grossa mano...) a circa 100 ore e manca l’ultimo trofeo da conquistare “vecchie abitudini” prima dell’agognato platino. A parte il comparto grafico eccelso e il solito senso di libertà assoluta, spiccano il nuovo sistema di combattimento mutuato da The Witcher, l’utilizzo di un’aquila che consente di scorgere dall’alto postazioni nemiche, tesori, nonché di “taggarle” per un facile riconoscimento e una trama convincente e in qualche modo “adulta” che va a descrivere la nascita del Credo.

Le missioni secondarie sono assolutamente varie come da tradizione e nella maggior parte dei casi interessanti e in effetti credo ne restino 2-3 per completarle tutte. Al di là della trama che al solito è un mero pretesto per lo svolgimento del gioco, a far la differenza è sempre la location e a tal riguardo l’antico Egitto è assolutamente evocativo e stimolante.

Personalmente ho trovato più riuscito il secondo capitolo della serie in quanto la commistione di religione e credo (di cui la mela dell’Eden è il simbolo) dava maggiore profondità alla trama. Ma questo si piazza decisamente al secondo posto staccando gli altri capitoli della serie (eccezion fatta per Black Flag che è tra l’altro dello stesso autore). A proposito, sempre nel finale, riaffiorano le battaglie navali che evidentemente sono molto care a questo programmatore, sempre affascinanti e cariche di adrenalina. 

Insomma: al di là della quest principale sicuramente corposa, tra missioni secondarie, caccia grossa alla fauna locale, conquista di fortini nemici, tesori subacquei, vascelli nemici da depredare, ce n’è per tutti i gusti! Per chi ama la competizione online ci si può infine cimentare nelle Arene o nelle gare sulle Bighe.

In definitiva lo metterei un gradino sotto Horizon solo perché la storia in fondo è sempre quella ma stiamo parlando di uno dei migliori titoli per PS4 in circolazione. Alla fine, cara Ubisoft, prendersi un anno sabbatico è servito!



Voto 9

Il nostromo